Rammenta chi sei viene esposta all'interno della collettiva In nome della Privacy, progettata nel 2007 per la galleria d'arte La Bacheca, in cui ognuno dei 24 artisti selezionati dalla curatrice Erica Olmetto ha dato la propria interpretazione al concetto di violazione psicologica e fisica degli individui.
Nel 2008, viene selezionato tra le opere partecipanti alla V edizione del Premio Celeste 2008 per la pubblicazione in catalogo.
Nel 2008, viene selezionato tra le opere partecipanti alla V edizione del Premio Celeste 2008 per la pubblicazione in catalogo.
"Strada interna" viene selezionata nel 2009 alla I edizione del Premio Quartissimo, per la collettiva "Paesaggi di guerra" e viene poi acquisita nella collezione del Centro Museale Quartissimo
Galleria degli specchi viene selezionato per la mostra internazionale Dependtendency, evento collaterale alla 53 Biennale d'Arte di Venezia promosso dall'Associazione Culturale L'albero Celeste, tenutosi sull'isola della Certosa, dinanzi all'Arsenale.
L'isola è l'epilogo del racconto per immagini pittoriche di cui è costituita la mia prima personale Plasfena o dell'Isola meravigliosa, andata in scena dal 23 ottobre al 7 novembre 2009 alla Galleria Espace S&P di Cagliari.
Plasfena o dell'Isola meravigliosa
"Nelle fila di un rigido binomio morale l’infanzia è da sempre proposta come luogo incantato, parco giochi di un silenzio spietato, ove il bene viene esposto al male come agnello sacrificale, anime bianche come carne al vento nella selva oscura del mondo. Plasfena non è la risoluzione dello scontro tra Bene e Male, non è il finale chiuso di una fiaba, ma la storia della ricerca di una salvezza possibile.
Il dolore esposto non è angoscia da vetrina, capo d’onore allo sviluppo di un lieto fine: è la misura del tempo di una progressiva consapevolezza di sé. I bambini attori dell’opera vengono accompagnati a trascendere la fissità del loro ruolo verso una salvezza nuova e singolare, che sia ibrido d’angeli e demoni propri, incontrati ed affrontati, addomesticati e assunti in sé, oltre le direttive familiari e le commistioni dell’orrore.
Sottraendosi al regno dell’a-priori s’apre fertile il (non) luogo della Possibilità. La salvezza non è qui mostrata, come mostrato non è il Nemico. Rimane un’aria di sospensione che si lega per l’intreccio dei fili all’agire dei protagonisti, attori consapevoli ormai d’un cammino intimamente solitario e tuttavia condivisibile, il costruirsi alla vita da anime salve."
Silvia Piras
Plasfena o dell'Isola meravigliosa
"Nelle fila di un rigido binomio morale l’infanzia è da sempre proposta come luogo incantato, parco giochi di un silenzio spietato, ove il bene viene esposto al male come agnello sacrificale, anime bianche come carne al vento nella selva oscura del mondo. Plasfena non è la risoluzione dello scontro tra Bene e Male, non è il finale chiuso di una fiaba, ma la storia della ricerca di una salvezza possibile.
Il dolore esposto non è angoscia da vetrina, capo d’onore allo sviluppo di un lieto fine: è la misura del tempo di una progressiva consapevolezza di sé. I bambini attori dell’opera vengono accompagnati a trascendere la fissità del loro ruolo verso una salvezza nuova e singolare, che sia ibrido d’angeli e demoni propri, incontrati ed affrontati, addomesticati e assunti in sé, oltre le direttive familiari e le commistioni dell’orrore.
Sottraendosi al regno dell’a-priori s’apre fertile il (non) luogo della Possibilità. La salvezza non è qui mostrata, come mostrato non è il Nemico. Rimane un’aria di sospensione che si lega per l’intreccio dei fili all’agire dei protagonisti, attori consapevoli ormai d’un cammino intimamente solitario e tuttavia condivisibile, il costruirsi alla vita da anime salve."
Silvia Piras
Self portrait nasce per una collettiva sull'Autoritratto Contemporaneo andata in scena nella tarda primavera 2010 al Centro Museale Quartissimo insieme a una mostra di mail arts sul Talismano d'artista.
La trilogia rossa: La stanza rossa - Cubicola - Mezzo mondo
Le opere che compongono Nymniel, la mia seconda personale, andata in scena alla Galleria Sottopiano Beaux-Arts di Cagliari dal 26 novembre al 10 dicembre 2010.
Nymniel
"Ciascun individuo è una trama complessa d’interazioni, luogo d’incontro tra le rappresentazioni che l’io produce di sé e di ciò che lo circonda e l’ambiente esterno, fatto di cose, di spazi, di ambienti portatori vivi di senso.
Se è vero infatti che l’uomo tende a strutturare lo spazio quotidiano, organizzando l’ambiente abitativo - scegliendo, accumulando, disponendo gli oggetti propri - e l’architettura urbana per conferirgli un significato personale e sociale, a sua volta i luoghi e gli oggetti, sopravvivendo ai singoli, si vanno strutturando per sovrapposizioni di senso, fino a diventarne portatori attivi e autonomi.
Lasciti, sopravvivenze, volontà rappresentate dagli oggetti/ soggetti, che diventano interpreti in Nymniel di riflessioni private e insieme condivisibili sulle dinamiche del vivere nell’ambiente borghese e sul senso dell’essere in rapporto e in opposizione ad esso.
Vedere non è infine che una disposizione d’animo e il senso dell’essere nel mondo può risiedere nella ricerca di consapevolezza per ripercorrere i sentieri più tortuosi, più intimi, più paurosi."
Silvia Piras
Nymniel
"Ciascun individuo è una trama complessa d’interazioni, luogo d’incontro tra le rappresentazioni che l’io produce di sé e di ciò che lo circonda e l’ambiente esterno, fatto di cose, di spazi, di ambienti portatori vivi di senso.
Se è vero infatti che l’uomo tende a strutturare lo spazio quotidiano, organizzando l’ambiente abitativo - scegliendo, accumulando, disponendo gli oggetti propri - e l’architettura urbana per conferirgli un significato personale e sociale, a sua volta i luoghi e gli oggetti, sopravvivendo ai singoli, si vanno strutturando per sovrapposizioni di senso, fino a diventarne portatori attivi e autonomi.
Lasciti, sopravvivenze, volontà rappresentate dagli oggetti/ soggetti, che diventano interpreti in Nymniel di riflessioni private e insieme condivisibili sulle dinamiche del vivere nell’ambiente borghese e sul senso dell’essere in rapporto e in opposizione ad esso.
Vedere non è infine che una disposizione d’animo e il senso dell’essere nel mondo può risiedere nella ricerca di consapevolezza per ripercorrere i sentieri più tortuosi, più intimi, più paurosi."
Silvia Piras
La mia terza personale è costituita da un libro d'artista, La città d'ombra, posto in verticale, ad altezza di bambino di 10 anni circa.
E' composto da cinque pagine dipinte ad olio su cartone telato.
La città d'ombra
"Lento e perturbante è il viaggio nell'ombra, che muta la percezione sottile dei luoghi in una città senza nome, unica e al contempo uguale a mille altre, che affonda le sue radici nella terra e verso l'alto si proietta.
Depositaria di memorie, di sentimenti, di segreti celati dietro le facciate dei suoi palazzi, tra i dedali delle vie asfaltate, negli spazi riservati alle piante.
Il luogo in cui gli uomini hanno lasciato i segni del loro passaggio, non è però scevro di energia sua propria, ilomorfica forza capace di creare un'atmosfera spirituale che influenza il pensiero e l'agire umano attraverso i campi elettromagnetici naturali e prodotti dalla tecnologia e gli infrasuoni.
E ciò che è, diviene ciò che potrebbe non essere.
L'ombra rivela e ricostruisce il mondo conosciuto, dandogli la forma della metarealtà del sogno infero o fatato, con un linguaggio fatto di segni fisici che rimandano all'inconoscibile temuto e bramato, in cui ognuno è solo parte del tutto.
Se ciò che sappiamo è ciò che solo vogliamo sapere, ombrofobi e superficiali, nessuna ferita sarà sanata."
Silvia Piras
E' composto da cinque pagine dipinte ad olio su cartone telato.
La città d'ombra
"Lento e perturbante è il viaggio nell'ombra, che muta la percezione sottile dei luoghi in una città senza nome, unica e al contempo uguale a mille altre, che affonda le sue radici nella terra e verso l'alto si proietta.
Depositaria di memorie, di sentimenti, di segreti celati dietro le facciate dei suoi palazzi, tra i dedali delle vie asfaltate, negli spazi riservati alle piante.
Il luogo in cui gli uomini hanno lasciato i segni del loro passaggio, non è però scevro di energia sua propria, ilomorfica forza capace di creare un'atmosfera spirituale che influenza il pensiero e l'agire umano attraverso i campi elettromagnetici naturali e prodotti dalla tecnologia e gli infrasuoni.
E ciò che è, diviene ciò che potrebbe non essere.
L'ombra rivela e ricostruisce il mondo conosciuto, dandogli la forma della metarealtà del sogno infero o fatato, con un linguaggio fatto di segni fisici che rimandano all'inconoscibile temuto e bramato, in cui ognuno è solo parte del tutto.
Se ciò che sappiamo è ciò che solo vogliamo sapere, ombrofobi e superficiali, nessuna ferita sarà sanata."
Silvia Piras
Dal progetto di lavoro e di confronto artistico nato sullo spunto di riflessione della poesia del 1946 Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo, curato da Sandro Giordano - direttore della Galleria Sottopiano Beaux-Arts di Cagliari- è nata una mostra collettiva in cui ognuno dei 12 artisti invitati ha presentato due o tre opere ispirategli dal tema.
In quella sede ho esposto tre oli su tela di piccolo formato: Colui che cresce, La messe e Negazioni.
Dal testo critico di Caterina Spiga Marras:
"In Rossana Corti, nota per le sue short storyes, sintesi malinconiche di percorsi di vita andata via, è l’immediatezza del tratto -nervoso, marcato, incisorio- che fa respirare dramma alla rappresentazione di una società formato famiglia che a metà tragitto si riduce a singolo individuo nella solitudine della morte che, come le più belle figure femminili di Doris Lessing, si adagia negli anfratti della natura rocciosa per scomparire in una caverna di filosofica memoria, dominio di una luce intensa che dall’esterno introietta una gigantesca ombra… vestigia di un’umanità che fu, golem di un’umanità estinta, estenuata da perenni glaciazioni, dal succedersi di inondazioni, dall’avvicendarsi di desertificazioni."
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In quella sede ho esposto tre oli su tela di piccolo formato: Colui che cresce, La messe e Negazioni.
Dal testo critico di Caterina Spiga Marras:
"In Rossana Corti, nota per le sue short storyes, sintesi malinconiche di percorsi di vita andata via, è l’immediatezza del tratto -nervoso, marcato, incisorio- che fa respirare dramma alla rappresentazione di una società formato famiglia che a metà tragitto si riduce a singolo individuo nella solitudine della morte che, come le più belle figure femminili di Doris Lessing, si adagia negli anfratti della natura rocciosa per scomparire in una caverna di filosofica memoria, dominio di una luce intensa che dall’esterno introietta una gigantesca ombra… vestigia di un’umanità che fu, golem di un’umanità estinta, estenuata da perenni glaciazioni, dal succedersi di inondazioni, dall’avvicendarsi di desertificazioni."
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Dittico della luce: Media aetas e Barbagli
Semenziario è stato inserito in una collettiva in cui ogni artista era sottoposto all'esclusivo vincolo del formato 40 x 40 cm,
per l'appunto 40x40 = 75, andata in scena al Lanthia Resort di Santa Maria Navarrese ( NU ) dal 16.07 al 31.08. 2011.
per l'appunto 40x40 = 75, andata in scena al Lanthia Resort di Santa Maria Navarrese ( NU ) dal 16.07 al 31.08. 2011.
La mia quarta personale, Topocosmo, è stata una riflessione, pittorica, sulla realtà come connessione tra il tutto esistente, sulle interdipendenze, sui fili invisibili che collegano tutto ciò che esiste, che vive di legami e di permanenze.
E' andata in scena alla Galleria Espace S&P di Cagliari dal 14 al 28 gennaio 2012.